Il re di picche
Un secondo incontro tra Tamara e il Vate al Vittoriale degli Italiani avvenne nel 1926. In questa occasione la pittrice ebbe a che fare con altre donne di quel periodo terminale di Gabriel, Luisa Baccara, signora indiscussa della casa, amante consumata e avvilita e l’altra sua ‘vittima’ , Amèlie Mazoyer, promossa come “Aélis”, per virtù e complicità. Una complicità che sull’ etichetta dell’ amore aveva sovrapposto quella volgare e dolorosa della “ruffiana”…
Cedere al fascino del poeta oppure fuggire lontana da quel veleno dolciastro? Il dilemma dell’ artista nobildonna sembrava favorire la prima possibilità e in quel lasso di tempo che trascorse a Firenze e a Cannes, dopo la sua fuga dal Vittoriale, dipinse questo quadro in cui una donna mostra una carta, il re di picche, mentre l’altra di immagine ne vede un’altra… ma sembrava cosciente la polacca, osservando il topazio che splendeva al suo anulare, che ormai quel veleno dolciastro le piaceva più di ogni altra cosa...
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